
Agaricus Blazei Murril ABM storia e immunità
La prima descrizione storiaca dell’utilizzo medicinale dei funghi del genere Agaricus si deve a trattati medici Bizantini dell’area mediterranea del 4° secolo (Orivasios) e del 15° secolo (Apuleio) per il trattamento delle “ulcere maligne” della laringe.
L’Agaricus Blazei Murril (ABM), non ha un passato esotico come la maggior parte degli altri funghi; è originario della regione montagnosa di Piedade, nella foresta Atlantica, vicino a Tauape, nella provincia si San Paolo.
Nel 1965, un coltivatore brasiliano di discendenza Giapponese, durante un giro tra le montagne della regione trovò questo fungo della famiglia degli Agarici che non gli era famigliare; egli mandò le spore in Giappone all’istituto di ricerca micologica di Iwade a Inosuke Iwade, dove cercarono di coltivarlo, l’impresa durò 10 anni.
Sempre in quegli anni, durante una ricerca epidemiologica condotta dal dott. Cinden, un ricercatore dell’università della Pennsylvania, venne riportata la bassa incidenza di malattie degenerative dell’adulto e un aumento della longevità negli abitanti della regione del Piedade, rispetto a quelli delle regioni circostanti. Il dott. Cinden attribuì tali effetti al regolare utilizzo di questo fungo nell’alimentazione da parte degli abitanti di questa regione; egli pubblicò i suoi dati sulla rivista Science e li presentò a varie conferenze; da quel momento la voce su questo fungo Brasiliano “medicinale” cominciò a diffondersi velocemente.
E’ un fungo difficile da coltivare e quindi attualmente molto costoso. L’ABM non cresce facilmente come gli altri Agarici, preferisce gli ambienti umidi e caldi, il clima tipico del Brasile. Cresce solo nei mesi estivi caldi e muore se la temperatura si abbassa troppo.
Questo fungo è stato utilizzato nella tradizione popolare per combattere lo stress emozionale, per stimolare il sistema immunitario, per migliorare la qualità della vita nei diabetici e per contrastare le malattie allergiche, autoimmuni e oncologiche.
A seconda dei diversi stati di maturazione il corpo fruttifero può contenere concentrazioni variabili di Alfa e Beta-Glucani; la resa e la diversità di tali polisaccaridi dipende dalla maturazione; pertanto per ottenere un estratto ottimale, diventa molto importante individuare il momento opportuno per la raccolta.
L’efficacia dei Betaglucani presenti nell’ABM è stata dimostrata da numerosi studi ed in particolare sull’amplificazione della risposta immunitaria e antitumorale
I Betaglucani vengono captati dai macrofagi gastrointestinali (cellule M) e da lì trasportati ai tessuti reticolo endoteliali e al midollo osseo, dove vengono processati a opera dei macrofagi in piccoli frammenti solubili in grado di legarsi al recettore CR3 del complemento sulle cellule del sistema immunitario innato, che vengono così attivate a riconoscere e ad attaccare cellule alterate (trasformate o infette da virus).
Gli studi sull’ABM sono molti e la maggior parte di essi è orientata alla valutazione dei suoi effetti sulle malattie degenerative, in particolare oncologiche
Da: Funghi medicinali, dalla tradizione alla scienza – Stefania Cazzavillan
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